Il fantasma di Prigozhin vaga per Kursk
Le battaglie nella regione di Kursk hanno scatenato i peggiori scontri interni, dai tempi dell’ammutinamento del Gruppo Wagner, tra il comando militare russo e i filo-putinisti radicali. Sono molti gli articoli di cronaca dedicati alle implicazioni dell’incursione lampo dell’Ucraina nella regione russa di Kursk, eppure finora pochi si sono concentrati su quello che forse è il punto più importante: I filo-putinisti radicali, principalmente i cosiddetti corrispondenti di guerra, o milblogger, mal celano il proprio malcontento e per le stesse ragioni che hanno alimentato precedenti scoppi di dissenso. Si sono indignati quando i rapporti ufficiali del Ministero della Difesa hanno nascosto la verità su ciò che stava accadendo nei primi giorni dei combattimenti di Kursk. Mentre i canali ufficiali menzionavano solo episodicamente i “sabotatori ucraini” che venivano sbaragliati dalle forze russe (“provocazioni che erano state fermate”, come dicevano i comunicati), i corrispondenti di guerra hanno discusso apertamente della presa della città di Sudzha da parte delle forze ucraine.
Hanno anche chiesto perché la Russia fosse così impreparata all’incursione, dato che l’esercito ne era stato apparentemente avvisato e tuttavia non era intervenuto. Alcuni canali Telegram pro-Cremlino hanno individuato nel capo dello Stato maggiore, il generale Valeriy Gerasimov, un possibile responsabile. A loro dire, Gerasimov anziché organizzare le difese aveva accusato i propri subordinati di diffondere disinformazione nemica. I blogger russi pro-guerra hanno ammesso i problemi riscontrati nell’organizzazione delle........
© L'Opinione delle Libertà
visit website