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I galletti di marzo, ovvero Putin e Macron

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20.03.2024

Una persona munita di senso morale dice quello che fa e fa quello che dice. Un criminale invece a volte non fa quello che dice, altre volte non dice quello che fa. Vedi Hamas il 7 ottobre 2023 e il terrorismo in genere. Vedi le congiure da Giulio Cesare in poi. Vedi la mafia con la strage di Capaci. Vedi Pearl Harbor e l’11 settembre. Questa distinzione, importante per ogni società, diventa fondamentale quando parliamo di uomini politici in uno scenario di crisi. Più che delle parole di un tiranno ci si deve preoccupare dei loro silenzi.

Putin ha fin troppo parlato di bombe nucleari, al contrario Nikita Krusciov nel 1961 piazzò una base missilistica a Cuba senza nemmeno fiatare qualcosa a se stesso. John Kennedy rispose in un modo talmente chiaro ai comunisti russi (guai alla nebbia diplomatica europea!) che quelli, consci di una inferiorità militare sostanziale nonostante il loro impero fosse al massimo del suo fulgore, tornarono sui loro passi. L’Unione sovietica da quel momento incominciò a decadere, fino al suicidio finale. Il Pcus salvò comunque una parte di capitale in dollari del partito, finito chissà dove e chissà in mano di chi, e salvò anche il suo capitale umano, come i membri del Kgb tra i quali rifulgeva, come un buco nero, Vladimir Putin.

Un importante uomo dei Servizi segreti sa cosa dire e cosa non dire. Emmanuel Macron da parte sua ha semplicemente risposto alle allusioni minacciose del dittatore russo e dei suoi oligarchi. Traducendo – non dal francese ma dalla........

© L'Opinione delle Libertà


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