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La mediocre logica dell’antagonismo

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26.02.2024

Ancora una volta siamo alle prese con gli scontri fra manifestanti e cortei di varia natura ma, ora più che mai, la prima domanda che sorge spontanea è la seguente: che differenza fa, nella testa dei manifestanti, che il corteo sia ammesso oppure vietato? Sembra che la questione non esista. Permesso o vietato fa lo stesso e, se vi saranno violenze, la colpa non potrà che ricadere sulle forze dell’ordine. Conosciamo questa logica da più di mezzo secolo e si tratta di una premessa ideologica assai chiara e dicotomica: noi, i manifestanti, siamo il bene e il Governo, tramite la polizia, è il male a cominciare proprio dal divieto, palesemente anti-democratico, a dar corpo a un corteo. Convinti di essere portatori di valori irrinunciabili a favore di questo o di quello, i manifestanti si sentono illuminati dagli dei, ambasciatori della verità e in possesso delle risposte giuste a qualsiasi problema e, quindi, disposti a battersi in ogni modo e maniera.........

© L'Opinione delle Libertà


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