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Separiamo le carriere della magistratura: più sicurezza alle garanzie

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03.09.2024

“Populismo carcerario”, “spirito di conservazione e autoreferenzialità”: sono queste le critiche che il viceministro della Giustizia Francesco Sisto ha dovuto sollevare verso alcuni atteggiamenti del corpo magistratuale sindacalizzato, al termine di un lungo e articolato confronto con il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia, nella nota kermesse “La Piazza” a Ceglie Messapica. Nulla di personale, anzi, si parlava di atteggiamenti di corpo istituzionale in generale.

Il 31 agosto durante l’ultima delle tre serate di riflessioni, maieutiche e dibattiti in piazza, organizzati dalla testata affaritaliani.it sotto la direzione e conduzione del direttore Angelo Maria Perrino (di stile giornalistico sapientemente british), in uno dei panel si è parlato di separazione delle carriere della magistratura ordinaria e di riforma delle misure cautelari personali di tipo detentivo. A confrontarsi su questi temi caldi sono stati appunto il viceministro della Giustizia, il presidente di Anm e il sostituto procuratore della Repubblica Annalisa Imparato.

Il viceministro auspicava, secondo il programma di governo voluto dagli italiani, la separazione delle carriere per garantire una effettiva terzietà istituzionale del giudice rispetto all’organo del pubblico ministero, il quale ultimo non decide sulle assoluzioni o sulle condanne ma si occupa solo degli aspetti inquirenti-requirenti. Sisto ha inoltre auspicato la disponibilità a discutere insieme e in buona fede i papabili punti di una riforma sulle esigenze cautelari, per poter addivenire in futuro a misure cautelari detentive (carcerarie o domiciliari) adeguate, in modo costituzionale e mai giustizialista.

Santalucia ha replicato con un irremovibile “no” sulla separazione delle carriere, temendo che due Csm (uno dei giudici e uno dei Pm.) al posto di uno solo possano complicare di più la gestione della magistratura; egli ha sostenuto che la terzietà del giudice è già ben realizzata nella situazione attuale dell’ordinamento.

Del presidente di Anm si è pure notato un certo fastidio nel parlare di riforma delle misure cautelari personali detentive. Egli ha sostenuto che gli interlocutori politici da un lato s’infastidiscono quando tali misure........

© L'Opinione delle Libertà


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