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Il centro di gravità permanente secondo Tajani

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03.06.2024

Se Antonio Tajani fosse uno scrittore, sarebbe assai difficile poter incasellare il suo genere letterario. Non un saggista e nemmeno propriamente un romanziere, magari un documentarista oppure un reporter dallo sguardo proustiano, poiché capace di osservare con una prospettiva sempre nuova. Più probabile, insomma, una commistione di generi dove vengono abbracciate le differenti sfaccettature della narrazione. Ebbene, il tutto per dire che il ministro degli Esteri ha quella dote non comune di rendere qualsiasi intervento elettorale un qualcosa di speciale, un qualcosa cioè a metà tra la “lectio magistralis” e la pedagogia popolare.

L’eccellenza resa comprensibile a più. L’esclusivo che si tramuta nell’inclusivo, dove quest’ultimo non è tanto il termine abusato dai media, ma la parola che fa da mastice tra l’uomo umile e la dignità della cultura elitaria. E a pensarci, forse è proprio per questo che Tajani è diventato l’erede di colui che, alla stregua di un Prometeo umanissimo, riversò le virtù dell’egoismo alle folle fondando il Partito liberale di massa. Forza Italia, what else? La prova, l’ennesima, si è avuta a Orvieto, nella splendida cornice del Palazzo del Capitano del Popolo, dove Tajani è giunto per perorare la sua candidatura alle Europee assieme a quella dell’europarlamentare uscente, Francesca Peppucci, e per sostenere la rielezione della candidata sindaco della città umbra, Roberta Tardani.

L’incipit è una condivisione con la platea relativamente a un articolo letto qualche ora prima, un’analisi del quotidiano francese Les Echos, il più importante giornale economico d’Oltralpe, secondo cui Forza Italia rimane un protagonista di primo piano nella coalizione che sostiene il Governo italiano e sarà fondamentale per far sentire la voce dell’Italia a Bruxelles. E il tutto nonostante, poco meno di un anno fa, i soloni davano il partito come moribondo. E invece…

Tajani, dopo aver citato un quotidiano di nicchia – per i più, almeno qui in Italia – si rivolge agli astanti e, come un demiurgo, modella la politologia delle idee per farne esempi concreti di carne e vita. Tradotto: la dimostrazione plastica di quanto scritto dal foglio francese sia attorno a lui, in quanto circondato da una classe dirigente forzista competente, preparata, capace di assumersi responsabilità istituzionali gravose e delicate; una classe dirigente costituita da donne........

© L'Opinione delle Libertà


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