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Ok all’Ursula bis, ma c’è un (grosso) problema politico

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27.11.2024

Che non sarebbe stato un giorno di festa, uno di quelli tutti sorrisi e pacche sulle spalle, lo si era capito fin dalle prime ore della mattinata, quando Ursula von der Leyen ha fatto il suo ingresso nell’emiciclo di Strasburgo poco prima dell’inizio della seduta plenaria convocata per ratificare il via libera alla seconda Commissione da lei presieduta. La presidente, scura in volto, si è seduta immediatamente sullo scranno a lei riservato, avvolta nei pensieri e china sulle carte, probabilmente intenta a limare gli ultimi passaggi del discorso che avrebbe pronunciato di lì a poco. O forse l’umore visibilmente contrariato era dovuto a quel che già sapeva e che sarebbe divenuto di dominio pubblico di lì a pochi minuti: l’annuncio dell’astensione dell’Spd al voto e il no di diversi cani sciolti nei gruppi parlamentari che formalmente sostengono il suo bis alla guida del governo dell’Unione.

Ed in effetti von der Leyen non si era ancora recata al leggìo predisposto per il discorso di presentazione della sua nuova squadra che le agenzie tedesche, riprese a stretto giro da tutte le altre, battevano il comunicato firmato da René Repasi, presidente degli eurodeputati Spd, seconda componente (dopo quella italiana) in seno al gruppo dei socialisti europei, in cui annunciava che l’Spd non avrebbe dato l’ok alla Commissione. Repasi, stravolgendo i fragilissimi accordi raggiunti dopo settimane di tensione e di trattative tra le due maggiori componenti del Parlamento europeo, il Ppe e il Pse, ha dichiarato che “per la prima volta nella storia delle istituzioni comuni........

© L'Opinione delle Libertà


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