Presente, e pensa
Queste braccia alzate non sono di fondamentalisti vari, ma di “un popolo”, che ancorché usi i simboli di un tempo andato, ha compiuto un gesto dissacratorio che deve interrogare le coscienze fino al midollo. Quei partecipanti, che ancora hanno urlato “presente” e si sono schierati a difesa della memoria, lo hanno fatto in onore del cielo dove riposano tre “anime belle” di tre giovani stroncati dall’odio e dalla presunzione che può accecare, quando si sceglie di contrastare un avversario con la bava di annullarlo. Sono vittime sacrificali di un Olimpo epico contemporaneo, che andrebbe portato nelle scuole, per realizzare la consapevolezza dei giovani e aiutare loro a trarre dal passato la forza di sanare i torti, tradurre le ragioni in progresso e lavare le colpe che ricadono come frammenti di detriti sulla nostra verde speranza.
Queste vittime non solo meritano la commemorazione non statica istituzionale, ma un’alzata in piedi e un segno comune, braccio alzato e “presente” di tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado, fin nelle università. Una celebrazione di tutto il popolo degli studenti, perché questi giovani hanno pagato orribilmente neppure gli orrori di una guerra, ma il degrado del confronto e l’orrore della protervia. Non erano “fascisti” nel senso degenerato che crea solo altri mostruosi regimi, e non sono fascisti quelli che ai tempi protestavano, e non sono fascisti quelli di oggi. Il braccio alzato non ha........
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