Il mito di Jannik Sinner e la libertà di visione
Un mito, un capolavoro, il tennista italiano tra i più forti di sempre. Non bastano gli aggettivi per qualificare l’ultima impresa di Jannik Sinner. Dopo il trionfo alla Coppa Davis in Spagna, il giovane altoatesino ha conquistato, in cinque set di mirabile rimonta sul russo Daniil Medvedev, l’Australian Open. Un trofeo che ritorna all’Italia dopo 48 anni dall’ultimo slam maschile vinto dall’azzurro Adriano Panatta (il Roland Garros del 1976), che ha molto tifato per lui. Subito, il web si è inondato di clamore, di gloria, di appellativi superlativi all’unanimità. Una rarità, come è una rarità la struttura mentale di Jannik, il quale già pochi minuti dopo l’impresa sciorina con una semplicità disarmante concetti e valori come l’alloro delle glorie non solo sportive, ma umane.
I messaggi di Sinner sono rivolti ai genitori in primis: “Ho avuto due genitori bellissimi. Auguro a tutti i ragazzi di avere un padre e una madre come i miei, che mi hanno fatto felice e libero di fare sempre le mie scelte”. Occorre aggiungere scelte assennate, basate sul caposaldo che solo il lavoro tecnico, preparatorio,........
© L'Opinione delle Libertà
visit website