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Come inventare fiabe con Rita Gatta

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08.02.2024

Tra le stradine del quartiere medievale di Rocca di Papa, tra le casette aggrappate alla Fortezza degli Annibaldi del “quartiere bavarese”, costruito dai soldati di Ludovico il Bavaro nel 1328, si aggira un novello Italo Calvino in gonnella. Si chiama Rita Gatta: chi non la conosce nel quadrilatero dei Castelli Romani! Rita Gatta, insegnante di scuola elementare che ha lasciato il segno nelle classi e tra gli alunni, è anche una singolarissima ricercatrice e scrittrice. Tra vicoli e vicoletti, si spinge con la curiosità della collezionista di fiabe, leggende e racconti. Se si deve a Italo Calvino la raccolta di cento anni di Fiabe italiane, uscite per Einaudi nel 1956 e tradotte dai vari dialetti, a Rita Gatta dobbiamo l’impegno di trascrizione di fatti, aneddoti e racconti fantastici recuperati dalla tradizione popolare e dai ricordi sempre più rari degli abitanti della cittadina laziale nota per le sue testimonianze storiche. Rita Gatta è il personaggio ideale per questo lavoro di memoria e trascrizione. Perché è lei stessa “una fiaba”: mite e minuta, dolce e romantica, ha il dono della parola che produce sogni e riedifica quella parte umana aggredita dal contemporaneo. Con la sua voce ferma e calma, Rita spiega il suo peregrinare tra le mura dei castelli, tra le donne e le nonne depositarie delle storie che, se non fosse per l’arte del........

© L'Opinione delle Libertà


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