Trump: metafisica della pallottola
Una pallottola può cambiare la storia. Soprattutto se quella pallottola sia stata destinata a fermare un potente della Terra. È accaduto in passato, accadrà in futuro. Tuttavia, non tutte le pallottole compiono a dovere la missione per le quali sono state esplose. Il bersaglio può essere mancato o soltanto sfiorato; può cadere ferito a morte o può restare inerte al suolo ma vivo; può essere portato via in barella, intubato, con un paramedico accanto che, visibilmente esagitato, maneggia gli elettrodi del defibrillatore come un prete l’aspersorio. O può invece balzare in piedi emulando l’agilità del grillo per convincere il mondo, che assiste sbigottito e impotente all’inverarsi di una catastrofe, che l’immortalità è data sotto forma di virtù eroica, stigma di una paganità moderna segretamente coltivata dai semidei del potere nel tempo storico corrente. La pallottola che ha colpito Donald Trump di striscio non è che il potente strumento di cui una Divina Provvidenza sui generis, parente alla lontana di quella invocata dai cristiani fin dai lontanissimi nascondimenti catacombali. Ma è anche il veicolo di cui si serve il destino per consentire la transizione palingenetica dell’eroe.
Cade Donald l’iracondo, il bugiardo, il rancoroso, risorge Trump l’invincibile, il combattente, l’indomito capitano della sua anima immortale. Muore sotto il piombo mancato dell’assassino l’uomo di parte, risorge il capo, la guida del suo popolo, l’unto del Signore. Se le immagini dell’attentato al candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump, avessero richiesto una colonna sonora, quella sarebbe stata Fortuna imperatrix mundi nei Carmina Burana di Carl Orff. La pallottola è creatrice di un mito che irrompe sulla scena di un’America demitologizzata, che dalla sincope comunitaria delle Torri gemelle ha smarrito il suo Ethos lasciando che fossero le sole regole a fare da collante a una società divisa nelle profondità delle sue viscere. Trump non è l’araba fenice che risorge dalle sue ceneri ma la salamandra della tradizione alchemica che........
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