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Cuore, dal primo trapianto a Bergamo un battito lungo 40 anni

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24.11.2025

L’ANNIVERSARIO. Nel 1985 lo storico intervento dell’équipe di Lucio Parenzan. Le voci di chi era in sala operatoria: «Si percepì l’apertura di una nuova era».

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Quando scoccano le 2,25 della notte tra venerdì 22 e sabato 23 novembre 1985, nella sala operatoria dei Riuniti un rumore quasi impercettibile scandisce indelebilmente quell’attimo. È il battito delicato di un cuore che ricomincia a pompare sangue, dopo essere passato da un corpo all’altro. L’anatomia di un istante inciso nella storia: quarant’anni fa l’ospedale di Bergamo realizzava il suo primo trapianto di cuore, il terzo in Italia dopo Padova (14 novembre) e Pavia (18 novembre).

L’équipe guidata da Lucio Parenzan riuscì a esplorare questa nuova frontiera. Dal dono di Emanuela Brambilla, 19enne estetista di Fara d’Adda morta in un incidente stradale, divenne possibile regalare nuova vita a Roberto Failoni, pensionato 48enne di Romano di Lombardia affetto da una miocardiopatia dilatativa, che poi visse fino al 1998. Non ci si è più fermati: da quell’incipit, a Bergamo sono stati 1.110 i trapianti di cuore.

«Si percepiva l’apertura di una nuova era, uno spirito pionieristico che contagiava tutti»

A operare fu Paolo Ferrazzi, con Vittorio Vanini, Roberto Tiraboschi e Federico Brunelli, assistiti da altri specialisti e infermieri. «Ricordo benissimo soprattutto la vigilia e una scelta coraggiosa – racconta Paolo Ferrazzi, all’epoca 37enne, oggi direttore dell’International Heart School -. Il primo paziente in lista era relativamente semplice. Il giorno prima dell’intervento, però, in pronto soccorso arriva un signore, Roberto Failoni, già operato di bypass e con edema polmonare: in quelle condizioni, senza un cuore........

© L'Eco di Bergamo