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Trattoria della Gloria, anarchia e piacere

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05.11.2024

Milano ha il nuovo Trippa. E Diego Rossi ha probabilmente il suo erede, Tommaso Melilli, poco più che trentenne cremonese cuoco più o meno per caso che si è conquistata una certa fama, meritata, per due libri che ne hanno fatto una sorta di Anthony Bourdain italiano: I Conti senza l’Oste, edito qualche anno fa per Einaudi, in cui Melilli raccontava il suo giro nelle cucine di alcuni dei ristoranti più interessanti di Francia e Italia, dove si era fatto prendere per piccoli stage; e il recente Cucina Aperta per 66thand2nd, in cui propone una serie di spunti sulla gastronomia contemporanea, alcuni dei quali davvero interessanti.

Ma Melilli è anche uno chef. Che in Italia aveva lavorato poco o nulla, avendo scelto molti anni fa di trasferirsi a Parigi, dove si era ritrovato a cucinare in contesti estremamente stimolanti e nei quali c’era sempre qualcuno disposto a investire su di lui senza limitarne la fantasia e la visione, fortuna della quale il ragazzo è ben consapevole. Poi, poco più di un anno fa, lo sbarco a Milano, città che lui, cremonese, ha sempre vissuto come una metropoli stordente. Qui con due soci (Luca Gennari, artista poliedrico, e Rocco Galasso, oste e sommelier che a Milano molto conoscono per essere stato il frontman di enoteca/naturale) ha aperto la Trattoria della Gloria in via Mario Pichi 5, nei pressi di via Gola,........

© Il Giornale


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