Una riedizione della disobbedienza e della filosofia libertina del Divin Marchese in cui la voluttà criminale, rispetto al solito, resta fuori dalla porta

"Non è stato il mio modo di pensare a causare la mia infelicità, ma il modo di pensare degli altri. Questo mio pensiero che biasimate è la sola consolazione della mia vita”. Novembre 1783. Donatien Alphonse François De Sade lo scriveva alla moglie e per anni gli editori hanno copincollato queste parole su copertine e retrocopertine direttamente da una lettera (giustamente) famosissima che ha la veemenza di una fissazione e l’accorata autorevolezza di un messaggio in limine mortis. E del resto c’è tutto un marketing letterario e un’aneddotica falsosimigliante in tema “ultima frase detta prima di morire” – Cechov avrebbe chiesto una coppa di champagne, Jarry uno stuzzicadenti, Goethe più luce; Oscar Wilde, insuperabile: “O se ne va questa carta da parati o me ne vado io!”.

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QOSHE - L'erotismo messo in scena (quasi) solo a parole nel boudoir di De Sade - Marco Archetti
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L'erotismo messo in scena (quasi) solo a parole nel boudoir di De Sade

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03.12.2023

Una riedizione della disobbedienza e della filosofia libertina del Divin Marchese in cui la voluttà criminale, rispetto al solito, resta fuori dalla porta

"Non è stato il mio modo di pensare a causare la mia infelicità, ma il modo di pensare degli altri. Questo mio........

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