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Decarbonizzazione e nucleare: il futuro è adesso, ma senza ideologie

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18.06.2024

Il G7 e gli atti di Pichetto sono passi avanti, ma sull’atomo Meloni deve chiarire se vuole fare sul serio o restare alle promesse elettorali

Bene che nella dichiarazione finale del G7 si sottoscriva l’impegno a rafforzare la cooperazione internazionale per lo sviluppo della fusione. Cooperazione che, a dire il vero, va avanti con grandi successi, ed eccezionali contributi italiani, specie per la fusione a confinamento magnetico, dalla fine degli anni ‘50. E il progetto Iter, in costruzione in Francia, ne è oggi la principale testimonianza. Va benissimo inoltre che recentemente capitali privati si siano aggiunti agli investimenti pubblici, aumentando le possibilità che nuovi step di sviluppo vengano raggiunti. Peccato che riguardo l’energia nucleare, quella oggi già disponibile, affidabile, sicura, pulita ed economicamente competitiva, impiegata in 5 dei 7 paesi del G7, oltre che in numerosi altri paesi sviluppati, le stesse conclusioni siano del tutto insufficienti.

Scrivere che “i paesi del G7 che scelgono di utilizzare l’energia nucleare o ne sostengono l’uso riconoscono il suo potenziale come fonte di energia pulita a emissioni zero e ribadiscono il suo potenziale nell’accelerare la transizione verso zero emissioni e nel migliorare la sicurezza energetica globale” è un’inutile tautologia che misconosce dati empirici grandi come macigni e induce al pessimismo sulle reali possibilità di raggiungere l’ambiziosissimo obiettivo mondiale della neutralità climatica entro il 2050, nel modo più efficiente e sostenibile, l’unico davvero realizzabile.

Infatti, il principale governo del G7 ideologicamente contro è in carica in un paese, la Germania, che, avendo........

© Il Foglio


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