I no dei taxi che spiegano l'Italia
La domanda c’è, ed è in aumento, l’offerta no, ed è un problema per tutti. In un’estasi di autodistruzione, i tassisti hanno manifestato contro loro stessi e contro il loro futuro. Per capire il motivo seguire l’Italia del lusso
Con le proteste sotto a Palazzo Chigi, lasciato il sit-in nella vicina piazza San Silvestro, i tassisti organizzati nella manifestazione di ieri a Roma (ma ce ne sono state anche in altre grandi città, con l’eccezione di Bari, unica a essere tassisticamente pacificata) hanno attaccato e insultato il governo che più di tutti è stato vicino alle loro richieste e ha dato loro ascolto. Ma, in un’estasi di autodistruzione, hanno manifestato contro loro stessi e contro il loro futuro. La mobilità nelle grandi città è già stata trasformata e il processo continua e accelera, perché gli effetti della digitalizzazione, della connessione e della riorganizzazione dell’offerta pubblica di trasporto si stanno facendo sempre più forti. I tassisti, tranne qualche minima adesione a servizi accessibili attraverso app, compresa Uber, sono rimasti volontariamente fuori da tutte le innovazioni di rilievo o, appunto, le hanno più contrastate che adottate, anche con pratiche di squallido luddismo come la frequente invenzione estemporanea di danni ai sistemi di pagamento digitale. La rarefazione del servizio, coltivata per anni dalle varie organizzazioni del........© Il Foglio
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