Salvini stoppa i “vaffa” a Tajani ma si prepara a demolire lo Ius Italiae
«Pensa se era un nemico...». La frase ha fatto capolino, tra gli addetti ai lavori, a Pontida domenica pomeriggio, al termine del comizio di Matteo Salvini. Il riferimento era al messaggio di pronte scuse inviato dal leader leghista al segretario azzurro («Tajani è un alleato e un amico»), dopo la vicenda dei cori e degli striscioni ingiuriosi lanciati dai giovani leghisti sabato pomeriggio dal pratone all'indirizzo del ministro degli Esteri. Alla pubblica ammenda di Salvini, poi, ha fatto seguito quella dell'artefice dello slogan “Tajani scafista” e dei cori, vale a dire Alessandro Verri, coordinatore dell'organizzazione giovanile del Carroccio, autodefinendosi «un po' scemo».
Ma al di là delle cadute di stile e della goliardia, dal palco della spianata della località lombarda, Salvini ha assestato a Tajani una combinazione di “vaffa” politici abbastanza pesanti. In particolare, le parole sulla cittadinanza sono state le più dirette e lasciano aperta un'ipotesi concreta di spaccatura interna alla maggioranza, qualora il tema dovesse veramente arrivare in Parlamento, come asseriscono gli esponenti di Forza Italia. I primi due anni di governo di centrodestra, infatti, insegnano che quando si parla di politica estera, le posizioni leghiste che obiettivamente ammiccano a........
© Il Dubbio
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