Se ritardi ti capisco. Così il Csm “grazia” i giudici lumaca
Ritardare il deposito di una sentenza, o di un qualsiasi provvedimento giudiziario, difficilmente comporta per il magistrato una sanzione disciplinare. È quanto emerge da una interessante rassegna delle decisioni della Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura adottate in tema di ritardi nell'ultimo triennio da parte del togato indipendente Roberto Fontana.
«Ho fatto questa rassegna nella convinzione che possa offrire, soprattutto ai colleghi più giovani, una rappresentazione corretta degli orientamenti applicativi ai fini di una percezione equilibrata del tema», afferma Fontana, già pm presso la Procura di Milano.
«Scopo di questo lavoro - aggiunge - è quello di evidenziare l’importanza della capacità di auto organizzazione dei singoli magistrati nella gestione del proprio lavoro e, insieme, quello di far emergere come siano ingiustificati timori eccessivi per il verificarsi di qualche ritardo, anche significativo ma talvolta inevitabile se si coniuga efficienza e qualità della giurisdizione». E in effetti è quanto mai alta la percentuale di assoluzioni per «scarsa rilevanza del fatto» da parte del Csm in presenza di ritardi di anni nel deposito dei provvedimenti.
La norma prevede che si presume non grave, salvo che non sia diversamente dimostrato,........
© Il Dubbio
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