«Il carcere non sia più uno strumento di vendetta sociale»
«Non si possono avere oltre 100 morti in sei mesi nelle carceri», afferma la giudice romana Bernadette Nicotra, presidente della Commissione che si occupa della valutazione di professionalità delle toghe al Csm.
Consigliera Nicotra, la situazione è sempre più drammatica. Quanto influisce il sovraffollamento?
Sicuramente per arginare l’elevato tasso di suicidi nelle carceri occorre intervenire sul sovraffollamento. Anche se non è l’unica causa, è certamente una delle principali.
Da dove partire?
Occorre intervenire con urgenza e in modo organico su una riforma del sistema carcerario.
In che modo?
Credo che qualunque progetto di riforma debba fare i conti con la necessità di contemperare sicurezza e libertà, tutelando, anche nella particolarissima condizione carceraria, nel momento di esecuzione della pena, i diritti inviolabili della persona. Nella prospettiva costituzionale della finalità rieducativa della pena e del conseguente reinserimento sociale del detenuto, gioca un ruolo fondamentale la tutela lavorativa e lo sviluppo culturale e umano. Diritto all’inserimento sociale del detenuto e il principio di eguaglianza sostanziale sancito dalla nostra Costituzione all’articolo 3 vanno letti insieme?
Certamente. La Repubblica ha il dovere di porre in essere un programma di interventi affinché la pena sia idonea alla rieducazione e dunque al reinserimento sociale che non si può non declinare come un diritto.
Che ruolo hanno le Istituzioni?
Il loro impegno deve essere quello di predisporre un percorso educativo attraverso l’organizzazione di circuiti penitenziari individualizzati che........
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