Migranti, Israele ed Europa: “l’avvelenata” di Meloni...
Ma se io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso. È una Giorgia Meloni “avvelenata” quella che entra in Aula appena dopo le 9:30 per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani a Bruxelles.
Meloni non rinnega alcuna delle scelte fatte e anzi le difende, dal Medio Oriente all’Ucraina, dalla questione migranti, con i primi migranti appena arrivati nei nuovi centri in Albania, a una manovra a cui il Cdm darà il via libera solo a tarda sera.
Una giornata sulle montagne russe, con in mezzo la notizia del viaggio in Libano, previsto per venerdì, e della missione del ministro degli Esteri Antonio Tajani in Israele e Palestina, la prossima settimana. Ma venerdì sarà anche il giorno dell’arringa della senatrice nonché avvocato di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno, in Aula a Palermo per il processo Open Arms. E dunque la questione migranti diventa decisiva, come si capirà dall’intervento in sede di dichiarazione di voto della segretaria del Pd, Elly Schlein. Ma andiamo con ordine.
In Senato Meloni, in rosso scarlatto, rivendica il ruolo di Raffaele Fitto, augurandosi il voto favorevole del Pd al commissario «perché noi nel 2019 votammo Gentiloni pur non condividendo l’allora commissione Von der Leyen». Poi cita i rapporti stilati dai suoi predecessori Enrico Letta e Mario Draghi, condividendoli e spiegando che «l’ordine........
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