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In cella anziché in comunità: un altro ragazzo muore suicida in carcere

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27.11.2024

Ha donato tutti i suoi organi, dimostrando di avere una umanità che gli è stata negata dallo Stato e dal sistema penitenziario. È stato l’estremo gesto di G. O., un ragazzo di 27 anni, che si era impiccato nella sua cella a Cagliari la settimana scorsa, morto questa notte in ospedale. Era un tossicodipendente in attesa di andare in comunità, segnalato dai genitori e costretto in una cella nella quale non doveva stare.

Parliamo della Casa Circondariale “Ettore Scalas” che, dice Maria Grazia Caligaris presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, «registra la presenza di 765 detenuti (32 donne) a fronte di 550 posti disponibili e una forte carenza di agenti penitenziari e operatori». La morte di G. O. fa salire a 82 il numero dei detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, ai quali bisogna aggiungere i 7 agenti della penitenziaria.

Irene Testa, garante delle persone private della libertà personale della Sardegna e tesoriere del Partito Radicale, non si dà pace. Conosceva bene quel ragazzo e ha scritto una lettera al ministro della Giustizia Nordio per esprimere tutto il suo disappunto.

«Da giorni penso e ripenso a quella visita, a cosa avrei potuto fare. Lo avevo incontrato due giorni prima che compisse il gesto disperato. Aveva catturato la mia attenzione perché a differenza di altri non chiedeva niente. Quando si entra nelle sezioni le richieste d'aiuto sono interminabili e........

© Il Dubbio


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