Surrogata come reato universale, c’è la legge. E in Aula scatta la rissa
Non chiamatelo “reato universale”. Quando ormai è quasi fatta, la maggioranza cerca di togliere dalla nuova legge sulla maternità surrogata il bollino col quale è nata. E si capisce il perché: per smarcare la norma approvata oggi in via definitiva al Senato da tutti i dubbi sulla sua applicabilità o costituzionalità, bisogna partire dalle parole.
Il senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin lo sa. E così, dopo le prime ore di scintille nell’aula di Palazzo Madama, prende parola e si rivolge ai banchi dell’opposizione per difendere il ddl in punta di diritto: reato universale lo dite voi, ragiona l’avvocato azzurro, noi diciamo soltanto di voler punire il cittadino italiano che commetta il crimine all’estero. Insomma, non si vuole mettere in galera tutti e ovunque: solo i nostri. Tanto per ribadire che il «commercio dei neonati» con “l’utero in affitto” non può essere tollerato: né qui, né altrove.
Anche in questo caso le parole non sono casuali. E qualcuno nella maggioranza si indigna addirittura per chi ricorre alla sigla Gpa. Che non sta per “Gran premio d’Argentina”, come ironizza la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni. Ma per “gestazione per altri”. Comunque la si chiami però, la surrogata resta una pratica già illegale in Italia ma lecita in molti paesi. E questo pone, sottolineano le opposizioni, il problema della doppia incriminazione: perché possa essere punito il fatto commesso all’estero è essenziale che sia previsto come reato nello Stato in cui è consumato il fatto.
Per Zanettin la tesi giuridica però non regge, perché di reato........
© Il Dubbio
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