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«Repressione e zero cultura. Il Parco Verde di Caivano così non potrà mai cambiare»

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18.11.2024

«La repressione è stata la madre di tutti gli interventi. Ma nessuno ha ascoltato la comunità sana ed educante del territorio per capire le difficoltà con cui vive». Nel Parco Verde di Caivano tutto cambia perché nulla cambi, per chi ci abita. Come racconta Bruno Mazza, che nel cuore dell’abbandono ha piantato un seme di speranza con l’Associazione Un’infanzia da vivere.

Un anno dopo i fatti di cronaca che hanno mobilitato la politica nazionale, nella periferia Nord di Napoli sono arrivati i soldi, gli elicotteri e i militari. Ma quella resta «la periferia della periferia», un’area dove 10mila persone vivono nel «degrado assoluto», tra topi, immondizia e amianto. «Non c’è cultura, non c’è lettura, non c’è scrittura. Non ci sono infrastrutture, non ci sono fiorellini, non c’è un’altalena per i bambini», spiega Mazza. Non ci sono colori, nel mondo che costringe l’infanzia in una scala di grigi.

L’attività dei volontari è l’unico appiglio per i 6mila abitanti del Parco Verde, a cui bisogna aggiungere quelli degli altri quartieri, il rione Iacp e il “Bronx”, che invece restano invisibili ai riflettori che si sono accesi........

© Il Dubbio


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