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Razzismo, il report privo di basi: vacilla il “rating” di Strasburgo

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24.10.2024

La Cedu è un faro dell’Europa. L’estremo baluardo dei diritti. Ne sa qualcosa l’Italia. O meglio: ne sanno qualcosa gli italiani che solo dalla Cedu, la Corte europea dei Diritti dell’uomo, hanno ottenuto giustizia. Come le decine di migliaia di detenuti a cui è stato assicurato un minimo di sollievo solo dopo la sentenza Torreggiani, in virtù della quale fu approvato lo sconto di pena (la liberazione anticipata) tuttora in vigore. O come Bruno Contrada, perseguitato in tutti i modi possibili finché i giudici di Strasburgo non hanno costretto lo Stato italiano a riconoscere, all’ex dirigente del Sisde, un risarcimento. Ebbene: la Cedu è un’articolazione del Consiglio d’Europa. Organizzazione sovranazionale che, com’è stato ricordato nelle ultime ore – anche su questo giornale – in tutte le lingue possibili, non ha nulla a che vedere con l’Ue, tanto da includere non 27 ma ben 46 Paesi.

Ma se la Corte europea dei Diritti umani può essere considerata come il fiore all’occhiello del Consiglio d’Europa, la Commissione contro il razzismo e l’intolleranza ( nota con l’acronimo “Ecri”), che nel rapporto reso noto due giorni fa ha accusato polizia e politica italiane di xenofobia, rischia invece di deturpare l’immagine dell’organizzazione di Strasburgo. Non tanto perché le accuse di rigurgiti razzisti rivolte all’Italia siano completamente prive di riscontri nel quotidiano: alcune battute di Roberto Vannacci hanno avuto, negli ultimi mesi, un’inevitabile eco in tutto il Vecchio Continente. Così com’è vero che discorsi ghettizzanti e........

© Il Dubbio


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