Contributo unificato come “barriera” alla giustizia: ora la maggioranza media
Ci sarebbe una soluzione. Basata su un ragionevole compromesso. È questa la proposta che il la maggioranza intende accogliere rispetto alla norma “blocca-processi” inserita in Manovra. Si tratta della misura con cui la legge di Bilancio, nella versione originaria disegnata dal Consiglio dei ministri, e in particolare dal Mef, prevede l’estinzione della causa civile nel caso in cui non si provveda preliminarmente al pagamento del contributo unificato. La modifica al codice di rito civile dà facoltà al giudice di dichiarare l’improcedibilità nei casi di domanda riconvenzionale, chiamata in causa, impugnazione incidentale. Secondo fonti di governo, la misura verrebbe modificata in modo da rendere vincolante, per il prosieguo dell’azione legale, solo il versamento di un anticipo, relativamente contenuto, dell’intero contributo unificato. La parte restante continuerebbe a essere assoggettata alla disciplina tuttora in vigore: affidamento, in caso di omesso o insufficiente versamento, della riscossione a Equitalia Giustizia.
Si ragiona sull’entità di tale anticipo: aspetto non irrilevante. A quanto risulta, il ministero dell’Economia ritiene necessario modificare il codice in modo che un maggiore gettito, dalla “tassa sulle cause civili”, possa comunque generarsi. La coperta sembra corta: per evitare che il cittadino intenzionato a far valere un proprio diritto in tribunale non rinunci, tout court, all’azione perché in difficoltà economica, si dovrebbe evidentemente........
© Il Dubbio
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