Carriere separate, la “formula” di Nordio per vincere il referendum
C’è un aspetto sul quale si rischia di non riflettere con sufficiente attenzione, nella frenesia del day after, cioè a poche ore dalla sentenza costituzionale sull’autonomia: la separazione delle carriere resta la sola vera grande riforma alla portata del centrodestra.
La legge Calderoli è stata in gran parte smontata, checché ne dica il diretto interessato. Il premierato è ormai un obiettivo che va in dissolvenza: non si capisce se e quando il governo e il Parlamento ritroveranno davvero convinzione su quel dossier. Restano le carriere. Le carriere dei magistrati. Il ddl costituzionale di Nordio è l’unica “bandiera” che non sembra compromessa da bocciature o pregiudizi di qualche tipo.
E che non a caso, da alcuni mesi a questa parte, almeno dall’estate scorsa, è indicata come la priorità non solo da Forza Italia ma anche da FdI e Lega. Ed è anche in virtù dello scenario generale – stravolto soprattutto dalla pronuncia della Consulta sull’autonomia differenziata, pronuncia di cui forse la maggioranza fatica a comprendere la reale portata – che il ministro della Giustizia Carlo Nordio, autore della riforma costituzionale sulle “carriere”, alza sempre più l’asticella della sfida. Nel senso che accorcia continuamente la tabella di marcia verso l’approvazione definitiva.
Adesso, per il guardasigilli e, quindi, per la premier Giorgia Meloni, il traguardo è addirittura settembre, al massimo ottobre 2025. Anzi: la conclusione della doppia navetta fra Camera e........
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