«Carriere separate per Natale», lo sprint sulla giustizia col sigillo di Meloni
A maggio, al primo annuncio di Carlo Nordio sull’arrivo di una “versione governativa” della separazione delle carriere, l’ala garantista dell’opposizione, a cominciare da Enrico Costa, reagì con disappunto. «Abbiamo già svolto esaustive audizioni sulle proposte di legge costituzionali presentate da me e da altri deputati, peraltro di maggioranza: far precipitare, sull’iter delle carriere, un testo dell’Esecutivo serve solo a congelare la riforma», disse l’allora responsabile Giustizia di Azione, appena tornato in Forza Italia.
Ma adesso lo scenario è un altro. Sì, è vero: al lavoro che la Prima commissione di Montecitorio aveva già compiuto sulle proposte di matrice parlamentare bastava far seguire solo una rapida fase di esame degli emendamenti. Se la Camera, la scorsa primavera, non lo avesse messo in stand-by, a quest’ora il “divorzio” giudici-pm sarebbe già al vaglio del Senato.
Ma a fare la differenza sono due aspetti. Innanzitutto la tempistica, garantita da Francesco Paolo Sisto con un’intervista alla Stampa: sulla separazione delle carriere, ha detto il viceministro della Giustizia, «il nostro obiettivo è di concludere il primo passaggio parlamentare entro Natale». Sarebbe un gran risultato, anche a fronte dello scetticismo che accompagna i progetti di riforma durante la sessione di bilancio.
Ma se il numero due di via Arenula – e principale esponente, sulla giustizia,........
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