«Carriere separate entro il 2025». Nordio mette il turbo alla riforma
Se si vuol capire la determinazione della maggioranza sulla giustizia basta partire dalla prima notizia trapelata dal vertice di ieri a via Arenula: l’eccezione prevista – o meglio, concordata al summit – per il limite di 45 giorni imposto alle intercettazioni: il tempo massimo concesso ai pm per l’uso dello strumento investigativo (prorogabile solo qualora emergano elementi “specifici e concreti” nella prima fase degli “ascolti”) sarà derogabile non solo per i reati di mafia e terrorismo, ma anche per le violenze in famiglia, e in generale per tutti i casi che rientrano nel “codice rosso”.
A un primo sguardo, la logica conseguenza sembrerebbe l’ulteriore passaggio al Senato per la legge sul limite dei 45 giorni, appena sbarcata a Montecitorio dopo il primo sì di Palazzo Madama. E invece no: il correttivo è ritenuto sì necessario, da Carlo Nordio e dai rappresentanti del centrodestra riuniti ieri mattina dal ministro, ma altrettanto importante è arrivare all’approvazione definitiva della proposta di legge, firmata dall’azzurro Pierantonio Zanettin.
E quindi, come chiarisce un comunicato diffuso dal guardasigilli, la correzione sui reati da “codice rosso” «verrà anticipata da un ordine del giorno cui verrà data attuazione nel primo provvedimento utile, così da non rallentare l’iter di approvazione del ddl proroga intercettazioni».
Perché il dettaglio è rivelatore? Perché intanto si tratta di un aggiustamento di una certa delicatezza, e non sarebbe dunque stato sorprendente se il centrodestra avesse deciso di “rassegnarsi” a un secondo passaggio a Palazzo Madama, pur di inserire l’eccezione relativa alle violenze di genere. Ma la scelta di evitare frenate sulla legge Zanettin certifica........
© Il Dubbio
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