Che cos'ha di eccezionale Jannik Sinner? Questa la domanda, dopo la vittoria all'Australian Open, il primo dei quattro tornei annuali di tennis del Grande Slam, che si tiene ogni anno a Melbourne in Australia durante la terza e la quarta settimana di gennaio. La semplicità, si direbbe.

La semplicità dei grandi talenti, che ha un misto di solida fragilità e grandezza, insieme allo stupore per un gioco pulito e essenziale. E si potrebbe paragonare a un'opera classica, nel suo equilibrio perfetto. Analizzando solo il set vincente: una battuta da manuale, realizzata con una naturalezza che stupisce, soprattutto a fine partita. Alcuni colpi che trattengono l'avversario nella parte sinistra del campo, per poi costringerlo a spostarsi sull'angolo destro. E infine il dritto vincente, a fondo campo, sulla parte opposta, quasi sulla linea di campo: che lascia stupiti a dire, cosa si poteva fare? Ma è già finita? Senza finte, puro istinto sportivo.

Dopo essere stato in vantaggio 2-0, al quinto set il grande Medvedev allarga le braccia: così è, non c'è nulla da aggiungere. Si rende onore ai rivali e si commenta il match, con ringraziamenti rituali eppure convincenti: "Dovrò lavorare tanto per batterti in futuro". Sono i complimenti di Daniil Medvedev a Jannik Sinner nella cerimonia di premiazione a Melbourne.

Ma anche la persona, non esagerata, non eccessiva nella sua potenza muscolare, persino riservata nelle espressioni e nei gesti, che scherza sulla sua magrezza. E fa piacere che questo bellissimo sport, che coniuga forza, intelligenza, strategia, sia ritornato in pieno vigore, e corsi e campi siano tutti prenotati.

I genitori saranno particolarmente felici del miglior trofeo anche per loro: "...auguro a tutti di avere genitori come i miei, che mi hanno lasciato la libertà di scegliere senza mai farmi pressioni, anche quando giocavo ad altri sport, e auguro a tutti i bambini la libertà che ho avuto io grazie ai miei genitori", dice, subito dopo la vittoria. Davvero una lezione che ricorderemo, una bella emozione e iniezione di fiducia. Che si lasci questo ragazzo libero di crescere e migliorarsi ancora, se mai possibile.

Jannik Sinner è l'immagine della, meritata, felicità, mentre solleva il trofeo degli Australian Open, il suo primo Slam in carriera, 48 anni per un italiano dopo il Roland Garros di Adriano Panatta. "... ha violato qualche legge prendendo la residenza a Montecarlo? Non mi risulta. Se io voglio vivere a Canicattì o in Finlandia sono affari miei, purché rispetti le regole. E poi se le tasse italiane fossero eque in rapporto ai servizi che i cittadini ricevono in cambio nessuno sentirebbe il bisogno di andare all’estero». Nicola Pietrangeli, uno dei più grandi tennisti italiani di sempre, difende a spada tratta il 19enne di San Candido, che ha lasciato già a tredici anni per motivi sportivi.

"È una vittoria speciale, un torneo incredibile, due settimane fantastiche: qui mi sono sentito a casa... a casa mia nevica". Cittadini del mondo.

Al di là di ogni classificazione. "È tutto. Al prossimo anno". Come dici tu, Jannik, comunque grazie!

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Sinner è puro istinto sportivo, ha la semplicità dei grandi talenti

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29.01.2024

Che cos'ha di eccezionale Jannik Sinner? Questa la domanda, dopo la vittoria all'Australian Open, il primo dei quattro tornei annuali di tennis del Grande Slam, che si tiene ogni anno a Melbourne in Australia durante la terza e la quarta settimana di gennaio. La semplicità, si direbbe.

La semplicità dei grandi talenti, che ha un misto di solida fragilità e grandezza, insieme allo stupore per un gioco pulito e essenziale. E si potrebbe paragonare a un'opera classica, nel suo equilibrio perfetto. Analizzando solo il set vincente: una battuta da manuale, realizzata con una naturalezza che stupisce, soprattutto a fine partita. Alcuni colpi che trattengono l'avversario nella parte sinistra del campo, per poi costringerlo a spostarsi sull'angolo destro. E infine il dritto vincente, a fondo campo, sulla parte........

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