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Salute e prevenzione maschile oltre Movember

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Anche se Movember si è concluso, l’attenzione verso la salute maschile non dovrebbe spegnersi con la fine di novembre. Al contrario: è proprio adesso che diventa fondamentale mantenere vivo il dialogo sulla prevenzione, sugli screening e sulla diagnosi precoce del tumore della prostata.

Nato nel 2003, Movember si è trasformato nel tempo in un vero e proprio fenomeno culturale. Un movimento che oggi guarda non solo alla prevenzione oncologica, ma anche al benessere mentale e alla salute psicologica maschile. L’obiettivo è chiaro: incoraggiare gli uomini a non nascondere i propri problemi, a non rimandare i controlli e a chiedere aiuto quando serve. Il mese dedicato alla salute maschile ha acceso i riflettori su un tema di grande attualità, ma i numeri ricordano quanto sia urgente continuare a parlarne per tutto l’anno, non soltanto quando il calendario ce lo impone.

In Italia, i dati mostrano una differenza significativa tra uomini e donne nella cura della propria salute. Mentre la salute femminile beneficia di un dialogo consolidato con ginecologi, senologi e medici di base e di una maggiore attenzione nel sottoporsi a controlli periodici, la prevenzione maschile procede più lentamente. Gli uomini, infatti, tendono a rimandare visite e screening fondamentali e a sovrastimare il proprio stato di salute.

Dallo STADA Health Report 2024, emerge che circa il 60% della popolazione non effettui visite di controllo. Questo comportamento si traduce spesso in diagnosi tardive, che rendono necessari interventi più complessi e con minori possibilità di successo.

Il cancro alla prostata è, ad oggi, il tumore più diffuso tra gli uomini in Italia. Secondo il rapporto AIOM-AIRTUM “I numeri del cancro in Italia 2025”, nel 2024 sono stati registrati circa 40.192 nuovi casi. Nonostante l’incidenza elevata, la mortalità rimane bassa, soprattutto se si interviene in tempo. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi raggiunge il 91%, una delle percentuali più alte tra tutte le neoplasie.

Per comprendere meglio come si è evoluto l’approccio alla diagnosi, mi sono rivolta al Dott. Matteo Justich, Medico Chirurgo Urologo della Clinica La Quiete (Varese) e dell’ASST Valle Olona. Oggi il percorso di prevenzione segue indicazioni precise: per gli uomini senza familiarità l’età consigliata per iniziare i controlli è intorno ai 50 anni, mentre per chi ha parenti di primo grado affetti da........

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