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L'eredità di Berlusconi Forza Italia la usi contro i massimalismi di destra e di sinistra

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24.01.2024

Per il sottoscritto, reduce del 1994, della catastrofe socialista frutto nel contempo di un durissimo bombardamento mediatico giudiziario, ma anche della rissa fratricida sviluppatasi fra i dirigenti socialisti di quella drammatica fase politica, la discesa in campo di Berlusconi rappresentò un fatto positivo perché comunque sparigliava tutti i giochi. Oggi retrospettivamente sono portato a reiterare il giudizio: anche al netto dei suoi numerosi errori successivi, Silvio Berlusconi ha il merito storico di aver salvato la democrazia italiana da un esito autoritario. È cominciata da allora la seconda repubblica fondata su una versione peraltro anomala della democrazia della alternanza.

Quello di Berlusconi è stato il primo partito personale comparso nella vita politica italiana, un partito personale, populista a guida carismatica. Avrei forti riserve a definirlo un partito liberale di massa, non perché non ci fosse al suo interno una libertà di parola, ma essa diventava un flatus voci se non veniva condivisa dal Cavaliere. Invece sarei molto più cauto nell’affermare che Forza Italia sia stato l’unico partito caratterizzato dal conflitto di interesse: questo certamente c’era, ma esso era rinvenibile alla rovescia anche nel PCI. I due percorsi sono stati esattamente opposti. Con Forza Italia il partito era stato fondato dall’azienda (Mediaset) e dal proprietario fondatore di essa (Berlusconi). Per ciò che ha riguardato invece il PCI, il percorso era stata esattamente l’opposto: grazie al legame di ferro con un grande partito al potere come il PCUS, e a profondi rapporti con un pezzo di società italiana e di territorio, il partito aveva “figliato” una notevole quantità di imprese economiche, dalle cooperative rosse all’Unipol, a una serie di aziende private, qualcuna ben mascherata.

Sulla questione del conflitto di interesse si può discutere all’infinito, ma noi per comodità di ragionamento “la buttiamo in politica”: dopo quello che successe nel 92-‘94, quando cinque partiti furono eliminati per via giudiziaria e, anche in seguito a ciò, si era formata una forte “invincibile armata” composta dal PDS, dalla Cgil, dalle cooperative, dall’Unipol, da Magistratura Democratica, dal pool dei pm di Milano, dal tg3 di Sandro Curzi, la discesa in campo di Berlusconi con il suo partito personale e anche il conflitto di interesse comunque era indispensabile per riaprire la dialettica politica reale nel Paese.

Per di più, dal 1994 al 2013, anche contro Berlusconi c’è stato un anomalo uso politico della giustizia conclusosi nel 2013 con una singolare sentenza per evasione fiscale e poi con la sua esclusione dal Senato che fu una forzatura da due punti di vista: perché si trattò di una applicazione retroattiva della legge Severino e perché il presidente del Senato Grasso accettò la richiesta grillina di passare dal voto segreto al voto palese.

Malgrado tutto ciò, grazie al suo carisma, alla cooperativa mediatica di giornali e reti televisive, a enormi mezzi finanziari, Berlusconi è riuscito a tenere, a rimanere in campo fino alla sua morte, anzi, anche alla luce di quello che è emerso dal profondo di un pezzo della società italiana in occasione della sua morte e dei suoi funerali, va detto che l’ala moderata del Paese deve a Berlusconi la costruzione di una egemonia alternativa a quella tutta politica-culturale costruita a suo tempo per il PCI da Gramsci con i suoi quaderni e da Togliatti con la tradizione politica di essi.

Invece l’egemonia lanciata da Berlusconi era fondata sull’intreccio fra il suo carisma, il suo populismo veicolati attraverso il mezzo televisivo che a sua volta ha lanciato nel Paese un messaggio di carattere nazional popolare con una forte influenza sul costume, sui rapporti interpersonali, sulla visione del mondo di milioni di persone.

Ciò detto, non sono certo mancati gli errori politici che hanno appesantito molto l’azione e la forza elettorale di Forza Italia. Un errore fu certamente quello di considerare il PDL, cioè il partito unico del centrodestra, una sorta di copia di Forza........

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