Le sei sfide della giunta Stefani in Veneto, dalla sanità ai giovani
Parla di futuro, di ricambio generazionale, di giovani e integrazione tra il mondo della scuola e quello delle imprese. Indica le sfide dei prossimi cinque anni della sua amministrazione regionale, Alberto Stefani, a partire dalla più imminente: le Olimpiadi invernali. L’eredità di Luca Zaia, che a sua volta sarà eredità per tutto il Veneto. E poi parla della sanità e del sociale: i due temi che – ormai lo abbiamo capito – saranno al centro del suo mandato.
Così il neogovernatore della Regione, ieri a Venezia, per la conferenza stampa di fine anno. Altra cosa rispetto agli incontri di fine dicembre del suo predecessore: occasione per fare il punto sul lavoro fatto e quello ancora da fare. È chiaramente diverso per Stefani, governatore da appena venti giorni.
E gli altri temi, allora: l’Autonomia, tra le priorità del neopresidente. Riforma seguita da lui stesso, da relatore alla Camera. La necessità di vivere in una regione che sia attrattiva, già a partire dalle università. Infine, il suo modus operandi: la pacatezza che ha dimostrato già nel corso della campagna elettorale e che spera diventi cifra del suo mandato.
Il modus operandi
«Esistono alcuni temi alti né di destra né sinistra»
«Non esiste una sanità di sinistra e una di destra, non esiste un sociale di sinistra e uno di destra. Esistono dei “temi alti” sui quali maggioranza e opposizione devono saper trovare una quadra». Così il neopresidente del Veneto Alberto Stefani, esplorando uno dei principi che gli sono più cari. «Ho voluto proporre questo tema nel corso del Consiglio regionale di insediamento – dice, riferendosi all’iniziativa d’opposizione, da lui rilanciata, di proposta di legge per regolamentare la figura dei caregiver – e ho visto che i cittadini hanno apprezzato.........





















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