Per giustizia e umanità L'abbraccio di Francesco ai migranti
Il film “La zona di interesse”, Oscar come miglior film straniero e vincitore del premio speciale della giuria di Cannes, racconta la vita quotidiana del comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, e della sua famiglia. La villetta col giardino dove l’ufficiale tedesco vive con la moglie e i figli confina con il campo dove arrivano i deportati ebrei. Ma il piano della vita famigliare e quello del campo di sterminio sono completamente separati. Binari paralleli destinati a non incontrarsi. Sandra Huller, l’attrice protagonista è particolarmente efficace nel mostrare la distanza siderale tra due mondi fisicamente vicinissimi ma di fatto abissalmente lontani, diametralmente antitetici.
Il regista riprende i temi di cui si sono occupati autori come Hannah Arendt (La banalità del male) e Zygmunt Bauman (Modernità e olocausto): quando diventa sistema, il male è capace di installarsi nella quotidianità fino a diventare invisibile. In tutte le epoche, in qualsiasi società – anche nella raffinata Germania – la vita di tutti i giorni può imparare a convivare con il male estremo, lasciato fuori dall’uscio di casa. Nella più totale e fredda indifferenza.
La nostra generazione si trova a dover fare i conti con l’enorme dramma umano dell’emigrazione (secondo l’Oim,........
© Avvenire
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