Cari lettori, oggi vorrei parlarvi di un tema che mi sta molto a cuore: la situazione di Gaza. Si tratta di una delle realtà più complesse e drammatiche del mondo, che coinvolge non solo Israele e Palestina, ma anche altri attori regionali e internazionali. Come sapete, il conflitto tra Israele e Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza dal 2007, si è intensificato negli ultimi mesi, con una serie di attacchi missilistici e raid aerei che hanno causato centinaia di vittime civili e ingenti danni materiali. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione, e ha chiesto una cessazione immediata delle ostilità e una ripresa del dialogo.

Tuttavia, la questione di Gaza non può essere isolata dal contesto più ampio della politica internazionale, che vede emergere nuove sfide e tensioni in diverse aree del mondo. In particolare, vorrei soffermarmi su tre casi che meritano attenzione: Kosovo, Ucraina e Taiwan. Questi tre territori sono al centro di dispute territoriali e identitarie che coinvolgono potenze regionali e globali, e che potrebbero innescare scenari di conflitto armato con conseguenze imprevedibili.

Iniziamo dal Kosovo. Si tratta di una repubblica indipendente dal 2008, dopo aver dichiarato unilateralmente la propria secessione dalla Serbia, a seguito di una guerra civile e di una campagna militare della NATO nel 1999. La Serbia non riconosce l’indipendenza del Kosovo, che considera parte integrante del proprio territorio nazionale, e ha il sostegno della Russia, sua tradizionale alleata. Il Kosovo, invece, ha il riconoscimento di gran parte dei paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti e l’Unione Europea, che lo considerano un esempio di autodeterminazione dei popoli. La situazione rimane instabile e fragile, con frequenti episodi di violenza etnica tra la maggioranza albanese e la minoranza serba del Kosovo, e con il rischio di un intervento militare della Serbia in caso di escalation.

Passiamo all’Ucraina. Si tratta di un paese diviso tra una componente occidentale orientata verso l’Europa e una componente orientale legata alla Russia. Nel 2014, una rivoluzione popolare ha rovesciato il presidente filorusso Viktor Yanukovych, scatenando la reazione della Russia, che ha annesso la penisola di Crimea e ha sostenuto i separatisti delle regioni orientali del Donbass. Da allora, il conflitto tra le forze governative ucraine e i ribelli filorussi si è protratto senza soluzione, nonostante gli accordi di pace di Minsk firmati nel 2015. L’Ucraina ha il sostegno degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, che hanno imposto sanzioni economiche alla Russia per la sua aggressione. La Russia, invece, considera l’Ucraina come parte della sua sfera di influenza storica e geopolitica, e minaccia di usare la forza in caso di ulteriore espansione della NATO verso est.

Infine, parliamo di Taiwan. Si tratta di un’isola situata al largo della costa sud-orientale della Cina continentale, che si governa autonomamente dal 1949, quando il governo nazionalista del Kuomintang si rifugiò lì dopo aver perso la guerra civile contro i comunisti. La Cina considera Taiwan come una provincia ribelle da riunificare alla madrepatria con tutti i mezzi necessari, compresa la guerra. Taiwan, invece, si considera uno stato sovrano de facto, con una propria Costituzione, un proprio sistema politico democratico e una propria identità culturale. Taiwan ha il sostegno degli Stati Uniti, che le forniscono assistenza militare e diplomatica, e che si oppongono a qualsiasi tentativo di alterare lo status quo attraverso la coercizione. La Cina, invece, ha aumentato la pressione militare e politica su Taiwan, conducendo esercitazioni navali e aeree nelle sue vicinanze.

Questi tre casi mostrano come la politica internazionale sia caratterizzata da una crescente complessità e incertezza, in cui si intrecciano questioni di sicurezza, diritti, identità e interessi. La situazione di Gaza è solo uno dei tanti esempi di come i conflitti locali possano avere ripercussioni globali, e di come sia necessario un impegno collettivo per la pace e la cooperazione.

Raffaele Amendola

QOSHE - Gaza e la politica internazionale: una prospettiva globale - Raffaele Amendola
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Gaza e la politica internazionale: una prospettiva globale

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21.12.2023

Cari lettori, oggi vorrei parlarvi di un tema che mi sta molto a cuore: la situazione di Gaza. Si tratta di una delle realtà più complesse e drammatiche del mondo, che coinvolge non solo Israele e Palestina, ma anche altri attori regionali e internazionali. Come sapete, il conflitto tra Israele e Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza dal 2007, si è intensificato negli ultimi mesi, con una serie di attacchi missilistici e raid aerei che hanno causato centinaia di vittime civili e ingenti danni materiali. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione, e ha chiesto una cessazione immediata delle ostilità e una ripresa del dialogo.

Tuttavia, la questione di Gaza non può essere isolata dal contesto più ampio della politica internazionale, che vede emergere nuove sfide e tensioni in diverse aree del mondo. In particolare, vorrei soffermarmi su tre casi che meritano attenzione: Kosovo, Ucraina e Taiwan. Questi tre territori sono al centro di dispute territoriali e identitarie che coinvolgono........

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