Lavoro precario, una giovane ruvese: «Ricevere un’adeguata retribuzione sembra essere ancor più difficile che trovare lavoro»
Lo studio della Cgil, su dati Anpal, illustrato lo scorso 27 febbraio in occasione della presentazione di “Oltre la precarietà”, ciclo di talk e dibattiti sul precariato nel mondo del lavoro in Puglia, ha rilevato che nell’area metropolitana di Bari, solo l’8% dei contratti è a tempo indeterminato.
Non solo, c’è anche un netto divario tra l’occupazione maschile e quella femminile: le donne sono sempre più in difficoltà nel trovare lavoro ed è ancor più difficile per loro mantenerlo. La percentuale dei contratti di lavoro firmati da donne è del 44% e solo il 37% dei contratti è a tempo indeterminato.
«Il lavoro precario rende più debole il lavoratore sia sul piano contrattuale che sul piano della sicurezza – spiega Alessandro Pellegrini, coordinatore della Camera del lavoro Cgil di Ruvo di Puglia, nel commentare lo studio, soffermandosi, in particolare, sul panorama ruvese -. La stessa sicurezza è percepita come un costo e lo stesso lavoratore che vive in condizioni di ricatto con un reddito a qualunque condizione non ha voce per reclamare. A farne le spese maggiormente sono le donne e giovani.
Esemplificativa è la storia che la giovane Chiara (nome fittizio)........
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