Fatna Dakir: «Cerco di essere una voce attiva per chi non può far sentire la propria»
Determinata, ambiziosa, con un profondo senso della giustizia e l’obiettivo di migliorare il mondo. Lei è Fatna Dakir, 24 anni, nata a Corato, di Ruvo e «fieramente di origini marocchine» come ci dice in questa intervista che spazia dai suoi obiettivi personali e professionali alla politica e alla religione.
Studentessa di scienze e tecnologie agrarie, attualmente lavora all’Istituto agronomico mediterraneo: è un tecnico fitosanitario che monitora gli insetti vettori della Xylella fastidiosa. Presidente uscente del GiovanIdee forum di Ruvo di Puglia, nonché vicesegretaria del circolo locale del Partito democratico: «Sin da giovanissima ho sempre avuto un forte interesse per la politica locale, nazionale e internazionale».
Quando nasce la sua passione per la politica?
«La mia passione per la politica è una parte essenziale di chi sono e di ciò che credo, e questa visione è fortemente influenzata dal pensiero di Antonio Gramsci. Trovo una profonda gratificazione nel cercare di creare un impatto positivo sulla società e nelle comunità attraverso il coinvolgimento attivo nel dibattito politico e nell’attivismo. Gramsci stesso affermava: “Odio gli indifferenti”, esprimendo così il suo disprezzo per coloro che, di fronte alle ingiustizie e alle oppressioni della società, rimangono passivi e indifferenti anziché impegnarsi attivamente per il cambiamento.
Mi muove il desiderio di affrontare le ingiustizie sociali, promuovere l’uguaglianza e migliorare le condizioni di vita delle persone che mi circondano. Sono profondamente motivata dalla difesa dei diritti umani, civili e delle minoranze, e vedo la politica come uno strumento cruciale per combattere le discriminazioni, le ingiustizie e le violazioni dei diritti fondamentali. Ogni giorno, cerco di essere un’attiva voce per coloro che potrebbero non avere accesso ai mezzi per far sentire la propria.
Il mio interesse per le questioni pubbliche è alimentato dalla curiosità e dal desiderio di comprendere meglio i meccanismi del governo, le politiche pubbliche e i processi decisionali che influenzano la società. Trovo affascinante esplorare le complesse dinamiche della politica e contribuire alla ricerca di soluzioni a sfide complesse.
La politica rappresenta per me una sfida intellettuale ed emotiva, ma anche un’opportunità di coinvolgimento attivo nella vita pubblica. Mi impegno a essere parte integrante dei dibattiti, delle campagne e dei processi decisionali che plasmano il destino della nostra società. La mia passione per la politica è un motore che mi spinge costantemente a cercare modi per fare una differenza positiva nel mondo che mi circonda, seguendo l’invito di Gramsci a non essere indifferenti di fronte alle ingiustizie e alle oppressioni».
Come è, secondo lei, il rapporto tra giovani e politica, a livello locale e in generale?
«Il rapporto tra i giovani e la politica in Italia è un tema complesso e variegato, influenzato da una serie di fattori socioculturali, economici e politici. La mancanza di opportunità di partecipazione attiva e di spazi dedicati al confronto e al coinvolgimento dei giovani può contribuire alla perpetuazione di una cultura politica apatica e disimpegnata.
Tuttavia, nonostante queste sfide, vi è anche un crescente numero di giovani italiani che si impegnano attivamente nella politica a livello locale, cercando di promuovere il cambiamento e di incidere sulle questioni che più li riguardano. Attraverso iniziative come associazioni giovanili, gruppi di volontariato e........
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