Quando lo Stato arriva tardi, il rimedio è peggio
È di questi giorni la notizia dell’impegno profuso dalla Procura regionale presso la Corte dei conti della Campania al fine di porre rimedio a quella deteriore pratica, molto in voga a Napoli, di occupare abusivamente suolo pubblico da parte di esercenti attività commerciali, principalmente baristi e ristoratori, ma anche altre categorie non disdegnano.
È una condotta particolarmente riprovevole, perché emblematica di una mentalità più generale. Quella, assai diffusa nelle culture che avvertono poco il senso del civico – e dunque della civiltà – di ritenere i beni pubblici come cosa di nessuno, pronta quindi ad essere oggetto di appropriazioni opportunistiche con finalità egoistiche, nella prospettiva che le reazioni dell’autorità non ci saranno o parecchio tarderanno.
Ed è questo il segno di una mentalità spiccatamente asociale, purtroppo favorita da un contesto spesso trasandato e da un generale disinteresse dei cittadini per la cura di quel che è di tutti.
Non è sempre vero, che reazioni non ci saranno, ma è pur vero che esse sono troppo di frequente inadeguate ed ancor più giungono troppo tardi, quando il rimedio rischia d’essere peggiore del male: come insegna un’altra vicenda, quella lunga ed assai penosa dei chioschi sul lungomare, lasciati prosperare per decenni con sotterfugi ed improbabili accomodamenti amministrativi, di modo che intorno ad essi è andata formandosi un’economia per molte famiglie.
Sino a quando non è intervenuta........





















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