L’ultima sopravvissuta alla strage: “Gli aerei sopra Marzabotto, un uomo sulla porta: è l’unico ricordo di papà”
Bologna, 28 settembre 2024 – La generazione perduta è quella del 1944. I bambini di Marzabotto non ci sono più. Ammazzati, bruciati. Il più piccolo, Walter, aveva 14 giorni appena. Di molti non erano rimasti che schizzi di sangue sulle piume dei cuscini, nelle culle diventate tombe. Speranze cancellate dalla furia delle mitragliatrici delle SS naziste nella strage di civili peggiore d’Europa: era la fine di settembre, la regia del boia monco, Walter Reder.
I pochissimi che si erano salvati – tra Sibano, Cerpiano, Caprara, Casaglia, qui nel parco di Monte Sole dove l’Appennino bolognese è strozzato fra le vallate del Reno e del Setta – avevano finto di essere morti. Oppure non erano stati notati dai tedeschi fra i cadaveri. O ancora erano rimasti, per caso, vivi in zone non scoperte. Una generazione perduta e una comunità perduta: 770 persone uccise in pochi giorni, 955 se si considerano gli eccidi fascisti,........
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