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La santa schizofrenia di Natale

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Questo è il periodo dell’anno delle contraddizioni. La famiglia si riunisce, però esplodono i nodi irrisolti. Non vedi l’ora degli sgarri a tavola, ma finisci presto per pentirtene. Pure sul fronte della fede è dura: siamo un po’ angeli e demoni

Santa allegria è forse il titolo più appropriato per sintetizzare lo spirito natalizio in purezza. Quell’incontro solenne e festoso tra sacro e regali, tra natività e scorpacciate, rende Natale e il suo lungo strascico un periodo gioioso, anche se a volte con un risvolto noioso. Ma da molti il Natale è vissuto con santa schizofrenia e, per quel che mi riguarda, con una punta di allegra malinconia. Non da oggi, non solo da anziano, ma accadeva pure da ragazzo, e poi da adulto maturo. A Natale molti nodi vengono al pettine, inclusi i nodi alla gola.

Da dove nasce questa schizofrenia? Da una condizione irrisolta di vita, da un’ambiguità che ci trasciniamo nei giorni e che a Natale si manifesta con illuminante chiarezza. Per cominciare, è la festa della famiglia, ed è inevitabile che vengano al pettine e si condensino tutti i nodi che ci fanno amare e ci fanno soffrire la famiglia: i suoi affetti ma anche le sue mancanze, le sue presenze ma anche le sue assenze, le sue premure e le sue dolcezze ma anche le sue delusioni e incomprensioni, le sue fedeltà e i suoi tradimenti, i suoi doni e i suoi pesi. Il 25 dicembre si rende visibile, come in un test, un check-up, una specie di risonanza magnetica fin dentro l’anima........

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