Da Pink Floyd a Bowie: vendere il catalogo è un affare. Ma per chi?
Perché le band e gli artisti che hanno fatto la storia della musica decidono di cedere i diritti del loro repertorio
Back catalogue è la parola magica, l’asset più prezioso dell’industria musicale di questo tempo. La ragione è semplice: con qualche rara eccezione, non esiste alcuna certezza che i gruppi e gli artisti che dominano le classifiche e il box office oggi abbiano ancora un pubblico tra dieci o vent’anni. Per molti, soprattutto quelli legati alle tendenze più passeggere, il rischio dell'oblio è consistente.
Di contro, c’è l’usato sicuro, il repertorio di band e cantanti che da cinque e sei decenni tengono insieme il pubblico degli inizi e quello delle nuove generazioni. Sono gli autori di dischi e canzoni che generano inesorabilmente royalties ogni giorno: musica universale e senza tempo, musica “classica" verrebbe da dire pensando ad album come A night at the opera dei Queen, The dark side of the moon dei Pink Floyd, Thriller di Michael Jackson o Born in The U.S.A. di Bruce Springsteen. È questa la ragione per cui case discografiche, aziende editoriali e fondi di investimento si contendono a cifre stratosferiche i cataloghi e il repertorio della musica vintage che non passa mai di moda. Un investimento sicuro e duraturo anche perché non riguarda soltanto la musica in senso stretto.........
© Panorama
visit website