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Perché il dopo Dalai Lama aprirà una crisi geopolitica

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06.07.2024

Alle presidenziali statunitensi non mancano che pochi mesi, ma la pax americana già da tempo fa i conti con gli echi degli anni Cinquanta del secolo scorso, quando Washington affermò il proprio primato globale. Su queste colonne abbiamo già trattato dell’Egitto di Nasser, assecondato dagli americani con l’intento di staccare la spina una volta per tutte a Inghilterra e Francia, e di come si sono poi ricomposti gli equilibri all’interno dell’Occidente. Anche più a Oriente, negli stessi anni, non mancarono forti scosse di assestamento geopolitico, i cui effetti si avvertono ancora oggi. La Cina ormai maoista ebbe per esempio gioco facile ad annettere il Tibet nel 1951 anche perché gli americani non vollero assecondare gli inglesi, pronti a sostenere le forze tibetane. Niente da fare: erano, quelli, gli anni in cui l’imperativo americano era quello di sostituire l’impero britannico, e la stessa India, imponente vicino di casa, aveva da poco conquistato l’indipendenza da Londra.

Tuttavia risalgono proprio a quel........

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