La solitudine, sofferenza antica e contemporanea
Sostiene Aurelio Musi, tra i più autorevoli storici dell’età moderna, che «la solitudine è andata rivelandosi come una lente attraverso la quale rileggere la storia culturale dell’Occidente a partire dalle sue radici nell’Antichità classica»
Tornano prepotenti studi e ricerche su questa condizione, attuale più che mai soprattutto nell’epoca in cui l’invasività dei nuovi mezzi di comunicazione di massa sembrerebbe occupare ogni spazio privato e pubblico: da alcuni anni, invece, autorevoli sociologi e antropologi, psicologi sociali e storici ne stanno analizzando ogni sfaccettatura per dimostrare come -ironia della sorte- proprio oggi si corra il rischio di vivere in perfetta solitudine, come in una “bolla” capace di estraniarci dal confronto con le stesse persone che affollano la nostra quotidianità, lasciandoci muti osservatori del nostro tempo. Che pare proteso, quest’ultimo, proprio ad una condizione di “beata solitudo”.
Panorama.it ne ha parlato con il professor Musi, napoletano, emerito di Storia moderna all’Università degli studi di Salerno, allievo di Giuseppe Galasso e autore, per Neri Pozza, di una singolare “Storia della solitudine. Da Aristotele ai social network”.
Professore Musi, studio singolare il suo…
«Il punto di partenza è stato assai elementare, schematico: il doppio volto della solitudine come la condizione di abbandono, di isolamento o la scelta consapevole per il fine della pace interiore. Lo svolgimento ha complicato lo schema iniziale, sia presentando molteplici variazioni sul tema e i suoi sviluppi, sia irrobustendo il tronco cresciuto sulle sue radici, arricchendone la ramificazione».
Pur sempre una ricerca storica, capace di far emergere le figure che hanno corroborato, nei secoli, questa condizione.
«Ho ripercorso la storia della “solitudine” dalle sue rappresentazioni dall’Antichità sino alla società di massa contemporanea: ho avuto modo di imbattermi in figure iconiche sul tema, come il viandante, il pellegrino, l’eremita, il sopravvissuto, il folle, il prigioniero, l’intellettuale che sceglie la pace e la solitudine per i suoi studi, il cavaliere solitario don Chisciotte, fino all’anoressico e al bulimico,........
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