Ci sentiamo tutti in catene, spezziamole
Le immagini dell’ingresso in aula di Ilaria Salis hanno invaso il web. Manette a mani e piedi legate al cinturone, catena-guinzaglio sorretta da una poliziotta, agenti anti sommossa con giubbotto antiproiettile e passamontagna.
Così è comparsa la nostra connazionale alla prima udienza del processo che la vede imputata in Ungheria per presunte aggressioni a gruppi di estrema destra.
La 39enne milanese si è sempre dichiarata innocente ed estranea ai fatti, rifiutando il patteggiamento ad 11 anni di pena inizialmente proposto dalla Procura ungherese. Da 11 mesi si trova in custodia cautelare, mai revocata per un presunto pericolo di fuga. È solo grazie alla presenza della stampa in aula che l’opinione pubblica ha potuto constatare il trattamento riservato alla Salis. Un grido di indignazione........
© Il Tirreno
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