Franchino: l’esordio all’Insomnia, il compleanno show, la frase nel 2000 e un maxi evento per ricordarlo. Parla Antonio Velasquez
PONSACCO. La mitica “Divine Stage” dell’Insomnia per tanti anni è stata la sua casa, da quella consolle le sue favole sono diventate famose in tutta Italia e non solo. Perché se l’Imperiale di Tirrenia ha rappresentato il trampolino di lancio, per Franchino la discoteca di Ponsacco ha segnato la consacrazione nei dance floor della musica elettronica. Un’intuizione, quello di farlo “cantare” nella Discoacropoli, firmata da Antonio Velasquez, direttore artistico di quel leggendario tempio della techno.
Come ha conosciuto Franchino?
«Ho conosciuto Franco nel 1990. Ero già coinvolto nel mondo della notte come collaboratore di alcuni locali tra la Val D’Era e Montecatini. Una sera mi recai al Club Imperiale e lì, grazie a una amicizia in comune, feci la sua conoscenza e scambiammo due chiacchiere».
Come è riuscito a strapparlo all’Imperiale e perché gli ha affidato la voce dell’Insomnia?
«Con Franco fin da subito c’è stato un buon feeling. Sebbene all’inizio lui facesse parte del nostro locale concorrente, speso capitava di sentirci e di scambiarci messaggi. Diciamo che il passaggio all’Insomnia in quel momento fu “fisiologico”. La Discoacropoli, infatti, era tra i primi due-tre locali in Italia. Aveva una cassa di risonanza nazionale e Franchino, da persona lungimirante e intelligente quale era capì che, senza nulla togliere........
© Il Tirreno
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