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L’exploit del Timorasso, re dei bianchi del Piemonte: il consorzio alleggerisce il peso della bottiglia

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30.04.2024

Nell’arco degli ultimi trent’anni il Timorasso, vitigno autoctono a bacca bianca coltivato nel comprensorio del Tortonese sin dal Medioevo, è stato il protagonista di un exploit clamoroso, celebrato nel corso della recente anteprima di aprile.

Dopo secoli nei quali era stato il più importante vitigno bianco piemontese sia per superficie vitata che per le quantità prodotte, aveva conosciuto una crisi dopo la Seconda Guerra Mondiale, in concomitanza del boom economico e dello spopolamento delle aree più difficili delle zone agricole.

Il declino in termini di superficie coltivata prosegue fino agli anni ’90 quando un gruppo di giovani vignaioli tortonesi ne riscopre l’antica tradizione e intraprende la strada del rilancio.

Alla fine degli anni ‘80 Walter Massa getta le basi per il rinascimento di questo grande vino bianco.

Massa è uno dei più eclettici interpreti della viticoltura moderna, diventato ormai una figura leggendaria nel mondo vitivinicolo, non solo italiano.

Si può considerare il padre putativo del Timorasso, uno di quei rari casi in cui esiste una naturale identificazione tra un vino e un produttore.

Artefice del rilancio dei Colli Tortonesi, Massa compie alla fine del secolo scorso una vera e propria rivoluzione culturale.

Grazie alla sua attività di pioniere, i vecchi contadini di quest’area riscoprono l’orgoglio dell’appartenenza al territorio, cominciano a dialogare, fondano cooperative e diventano ambasciatori della loro terra.

Nei primi anni ’90 esce ufficialmente la prima bottiglia di Timorasso e comincia a crescere l’attenzione da parte del pubblico e della critica.

Il successo è tale da........

© Il Riformista


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