Giorgia Meloni con Pechino rischia la fine di Angela Merkel: i casi da studiare per non cadere in errore
Nella giornata di ieri, la Cina ha subito condannato “l’assassinio” del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh da parte di Israele in un attacco a Teheran. “Siamo molto preoccupati per l’incidente, ci opponiamo fermamente e condanniamo l’assassinio”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Lin Jian. Nella missione a Pechino Giorgia Meloni aveva legittimato la Cina come “interlocutore indispensabile” nelle crisi internazionali e “interlocutore molto importante” nell’area medio orientale, “visti i solidi rapporti che esistono con Teheran e con Riad” al fine della “normalizzazione nei rapporti tra Paesi Arabi e Israele”.
Difficile pensare però che la premier avesse in mente il tipo di contributo offerto ieri dal governo di Pechino. Ovvero la difesa a spada tratta di un movimento terrorista antisemita e del suo leader sanguinario, mente del pogrom del 7 ottobre, che usa – parole sue – “il sangue delle donne, dei bambini e degli anziani palestinesi… per risvegliare lo spirito rivoluzionario dentro di noi”. La volontà della Cina di guidare la compagnia globale di autocrazie, dittature e milizie sanguinarie – tra queste........© Il Riformista
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