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Giorgia Meloni con Pechino rischia la fine di Angela Merkel: i casi da studiare per non cadere in errore

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01.08.2024

Nella giornata di ieri, la Cina ha subito condannato “l’assassinio” del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh da parte di Israele in un attacco a Teheran. “Siamo molto preoccupati per l’incidente, ci opponiamo fermamente e condanniamo l’assassinio”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Lin Jian. Nella missione a Pechino Giorgia Meloni aveva legittimato la Cina come “interlocutore indispensabile” nelle crisi internazionali e “interlocutore molto importante” nell’area medio orientale, “visti i solidi rapporti che esistono con Teheran e con Riad” al fine della “normalizzazione nei rapporti tra Paesi Arabi e Israele”.

Difficile pensare però che la premier avesse in mente il tipo di contributo offerto ieri dal governo di Pechino. Ovvero la difesa a spada tratta di un movimento terrorista antisemita e del suo leader sanguinario, mente del pogrom del 7 ottobre, che usa – parole sue – “il sangue delle donne, dei bambini e degli anziani palestinesi… per risvegliare lo spirito rivoluzionario dentro di noi”. La volontà della Cina di guidare la compagnia globale di autocrazie, dittature e milizie sanguinarie – tra queste........

© Il Riformista


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