Dal Kgb al Cremlino: ritratto di Vladimir Putin, il Grande Spione
È di questi giorni la notizia secondo cui Putin ha fatto riprodurre grafiche e stili dei portali e delle televisioni occidentali, creandone due nuovi di zecca come quelli americani: stesso stile grafico, stessa cadenza di inglese rapido e sbrigativo con cui innestare una quantità di fake news che una volta giunte a destinazione si quadruplicano rapidamente. Ma facciamo un passo indietro.
All’inizio della guerra all’Ucraina licenziò in mondovisione i capi del servizio SVR militare che avevano sottovalutato la situazione. Senza alzare la voce, con uno sguardo perfido.
Quanto al suo passato, lo ha raccontato in parte nelle sue memorie giovanili: viveva a Dresda, nel più importante distaccamento del KGB nella Repubblica Democratica Tedesca dove curava, con l’alto grado di tenente colonnello, il collegamento tra il servizio segreto e istituzionale dell’unione sovietica, KGB, e quello efficientissimo della STASI della Germania comunista, un servizio discretissimo che ha avuto il suo momento di notorietà quando uscì il film “Le vite degli altri”. Putin raccontò di essere stato investito, lui e il suo gruppo, dalla sbalorditiva notizia secondo cui il muro che divideva Berlino fra Est e Ovest sarebbe stato abbattuto nel giro di ore e che bisognava distruggere tutto: archivio, schede, registrazioni, tutto.
Putin ha raccontato che scoppiarono le caldaie inceppate di documenti ma non ha mai........
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