In provincia il 25 aprile è di tutti, destra e sinistra unite in piazza a Chieti
Chieti. L’aria è fredda e tagliente, ma si respira il calore delle grandi occasioni. Il compito di scaldare i cuori è affidato alle celebrazioni che sono chiamate a tenere viva la fiamma del ricordo. Un ricordo che a Chieti, una delle poche eccezioni del nostro paese, vede tutta la politica schierata nella stessa direzione. Il rituale delle manifestazioni istituzionali fa da cornice a un clima di unità che, considerando i tempi di oggi, sembra un fatto inedito. Anzi, è un fatto inedito. Soprattutto se si pensa alle sterili polemiche che ogni giorno lacerano l’Italia.
Da lontano riecheggiano i canti, Bella Ciao, le dichiarazioni in ricordo della Brigata Maiella (unico reparto partigiano decorato con la medaglia d’oro al valor militare). Una formazione che, dopo aver combattuto in Abruzzo, riuscì a risalire lo Stivale fino ad arrivare a Brisighella e in Veneto.
Bimbi, ragazzi, adulti, pensionati: per le strade della città regna la trasversalità di genere e di età. Anche i commercianti non rinunciano ad affacciarsi dal proprio locale per rispondere «presente» all’appello. Si fa coinvolgere pure chi aveva scelto di uscire semplicemente per prendere una boccata d’aria e concedersi una passeggiata dopo una settimana di impegni. Nella città fondata nel 1.181 a.C. dall’eroe Achille, che decise di chiamarla Teate in onore di sua madre Teti, le partigianerie lasciano spazio a uno spirito convergente.
Gianni, 43 anni, storico sostenitore di Alleanza Nazionale prima e di Fratelli d’Italia poi, respinge la narrazione secondo cui il 25 aprile sarebbe........
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