Il bilancio del primo mese di governo D’Alema: fate quel che vi pare tanto, mal che vada, “ha stato Velardi”
Ho parlato duro con D’Alema. Veltroni gli ha detto – non so perché – che io sarei stato il responsabile della nomina a capogruppo europeo di Burlando: in realtà nella vicenda sono entrato poco o niente. Ma fa sempre comodo prendersela con il sottoscritto, sono una specie di punching ball. Quelli che non mi amano sostengono che ho un ruolo esorbitante e che D’Alema mi subisce. Lui mi manda avanti quando ci sono compiti difficili da assolvere (mettere in un posto qualche uomo suo, far fuori gente che non gli piace), poi mi scarica, “è stato Velardi”, è la formula solita. Così ero andato da lui per parlargli con calma dello staff e del suo funzionamento, mi sono incazzato per l’accusa di Veltroni e gli ho fatto una sfuriata. Mi pare l’abbia accolta e ne abbia compresi i motivi. Abbiamo deciso di fare una riunione per capire come dobbiamo funzionare. Si vedrà. Nell’incontro ne ho avuto anche per Marchini, che lui è andato a visitare nel fine settimana. Gli ho detto omissis, lui ha confermato: “Ma Alfio è dell’Opus Dei”. Quando ci siamo sentiti, domenica mattina, mi ha raccontato una battuta simpatica. Marchini aveva trovato un fungo. Lo aveva definito un “ex-porcino”. Lui gli ha detto: “Attenzione, perché se gli ex-porcini sono come gli ex-comunisti, si sa che cosa erano, ma non si sa cosa sono diventati”. Fine. La settimana forse comincia bene, in un buon clima politico e meteorologico.
C’è Emilio Fede a Palazzo Chigi, esce un’agenzia e D’Alema se la prende con lo staff. Esce un pezzo di Rampini sull’elettricità e se la prende con lo staff. Addirittura, esce Colletti con delle dichiarazioni dissennate dopo l’incontro con D’Alema e lui quasi se la prende con lo staff. Il problema esiste, e noi lo dobbiamo affrontare. Ha diversi aspetti, che non elenco. Comunque, un buono staff non indebolisce il leader, anzi lo rafforza. È tipico di una cultura vecchia (quella da cui proveniamo) segnare una demarcazione arcaica tra funzioni “politiche” e funzioni “tecniche”. Il politico, nel suo sinedrio, prende le decisioni. La loro attuazione diventa una funzione........
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