Europee, la lunga attesa di una politica nuova: quella differenza tra gestire e immaginare il futuro
Avendo una quarantina di anni più di Ultimo, incontro coetanei (miei) che a votare ci andranno; e di elezioni mi tocca persino parlare, in incontri promossi nei circuiti politico-mediatici che bazzico. Ad esempio, qualche giorno fa mi è capitato di partecipare ad una dignitosissima iniziativa promossa da persone animate da un’indiscutibile passione politica – non disgiunta da inossidabile spirito civico – in cui si parlava con linguaggio da iniziati di cosa dovrà essere l’Europa del futuro, delle scelte decisive che il Parlamento di Strasburgo dovrà affrontare, del perché non possiamo farci rappresentare lì da certi sovranisti un po’ bifolchi; i partecipanti al confronto la pensavano esattamente allo stesso modo su tutto, ma – guarda un po’! – erano espressione di liste elettorali diverse e concorrenti. Poi l’altra sera ho visto in treno un dirigente politico, cui ho chiesto come stava andando la campagna elettorale; mi ha detto che agli incontri che fa in giro partecipano in genere alcune decine di........
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