Case del Trivulzio, la rabbia degli inquilini: "Non siamo vip e rischiamo di perdere tutto"
Lo stabile di via Bassi alla periferia nord di Milano finito nella bufera
Milano, 27 luglio 2024 – ”Evviva i Martinitt, abbasso Invimit”, si legge sullo striscione: tra una vecchia lettera della proprietà, l’Asp Istituti milanesi Martinitt-Stelline e Pio Albergo Trivulzio, che ricorda il dovere di far accedere i suoi incaricati agli appartamenti e un avviso dei sindacati degli inquilini che ribadisce il diritto a "non fare entrare nessuno senza una comunicazione scritta e aver concordato date e orari", c’è il diario dell’ultima battaglia del Pat, il Pio Albergo Trivulzio, sui muri di questo stabile grande un isolato a due passi da piazzale Maciachini. Doppio ingresso da via Paolo Bassi 22 e via Mossotti 1, dieci scale e 239 alloggi più le serrande (quasi tutte abbassate tranne due bar, un parrucchiere e un’agenzia di pompe funebri) che perimetrano questo pezzo d’archeologia dirimpettaio, lato via Nava, della scintillante clinica San Pio X, e vincolato, sottolineano gli inquilini, fin dalle iscrizioni all’ingresso: "Quartiere alla Fontana" "proprietà della soc. edificatrice case per operai bagni e lavatoi........
© Il Giorno
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